4 novembre 2012

Ho quasi 30 anni no?

Non so manco più ormai quante volete io desideri potermene tornare a casa e non dovermi sorbire le storie che i miei, anche con tutto il bene del mondo, mi propinano ogni sera. Oh per il momento è così e fine, c'è poco da fare.
Il problema è che son più le volte che mi trovo a pensare di scrivere su questo blog da una casa tuta mia, magari col portatile e musica in sottofondo, piuttosto che trovarmi sempre nella stanzetta con mamma e babbo che vedono la tivì nel salotto adiacente.
Oggi poi è una di quelle giornate dove a piedi pari vorrei poter saltare le ore che mi restano e sprofondare nel letto. Diretto eh. Senza passare dal via.

Tutto ciò scaturisce da una conversazione avuta con Adri i giorni passati. Lui cerca una casa per andare a vivere per conto suo. Io una casa mia ce l'ho ma è affittata e sono in attesa. I bisogni sono gli stessi, le voglie pure, e ci siamo messi a conversare. Davanti a una piatto di pollo al curry cucinato da me medesimo.

In sostanza il bisogno è quello di poter fare il nostro comodo senza avere qualcuno che ogni momento stia attento a quando vai e quando torni. Si lo so che questo discorso già l'ho fatto poco tempo fa e forse ci è anche venuto a noia. Che che ci devo fare?

Io son sempre quello che, nonostante abbia compiuto 29 anni il mese scorso, quando esco se faccio tardi devo telefonare ai miei. Cioè è possibile sta cosa? E' possibile che ogni volta, visto che faccio spesso tardi, debba prendermi un attimo per fare il numero di casa e dire a mamma "tutto bene tra poco vengo via"? Per carità ci vuole un attimo ma adesso sta iniziando a diventare pure imbarazzante eh.

Un esempio lampante è quello che è accaduto ieri.
Uscito da lavoro me ne sono andato in quel della provincia di Pisa. Si finirò per diventare pisano, mi sono rassegnato. Avevo appuntamento con Adri e un altro paio di amici per andare a teatro e vedere una commedia borghese in dialetto empolese in tre atti. Chi se lo aspettava che una commedia di una compagnia amatoriale durasse tre ore? Io no di certo.
Fatto sta ci eravamo organizzati per mangiarci qualcosa nel dopo spettacolo, quindi capite bene il perchè a fine secondo atto ci contorcevamo sulle poltroncine per i morsi della fame.

Usciamo, sotto la pioggia è ovvio, e ci avviamo verso Quelli della notte a Bientina. Qua ci raggiunge anche Emi di ritorno dalla Palestina. Ci siamo seduti a tavola che credo fosse quasi l'una di notte. Vista l'ora e sapendo che non sarei tornato a casa prima di una certa chiamo a casa e dico che usciti da teatro ci siamo fermati a mangiare e che appena finito sarei tornato.
Stupita che mi sia messo a tavola così tardi pare accettare la cosa.
Mangio.
Rido.
Scherzo.
Sparo due cavolate e mi bevo il caffe.
Baci baci e torno alla macchina. Metto in moto e parto per i miei 20 minuti di viaggio per tornare a casa.
Dopo manco 5 minuti mamma telefona ancora gridandomi in un orecchio dove fossi finito.
"Mamma sto tornando da Pisa e sto guidando"
"A Pisa???"
"Si mamma te l'avevo detto no che andavo a teatro. Ma non ci siamo sentiti pure prima??"
"Ma dove sei?? A quest'ora?? Etardidomanilavorimuoviti".

A parte l'stinto omicida che mi è salito all'istante non capisco come mai ogni volta è questa storia. Non sono mai libero di fare l'ora che mi pare il sabato sera perchè c'è lei che mi scassa. No ditemelo. Si ok cuore di mamma, ma du' palle, no? Cioè, ho quasi 30 anni e mi trovo a dovermi comportare peggio di quando ne avevo 15. Giuro. Credo che uno a 15 adesso dei genitori se ne sbatte alla stragrande e magari torna a casa sui gomiti da quanto ha bevuto. Mentre io alla mai età mi devo sempre sorbire ste robe dai miei. Ma è possibile? Non bevo e non fumo. E giudo piano in macchina. Possibile che dopo che mi sbatto per tutta la settimana otto ore il giorno di lavoro non son libero manco di svagarmi con gli amici il sabato? Per di più avere sempre dietro sto spettro che mi ricorda che lavoro. E' più di un anno ormai che sono fisso nel solito posto, lo saprò come gestire il mio tempo?
Pare di no. E qua si continua ad andare avanti.

16 commenti:

  1. Non dici niente di nuovo. I genitori non cambiano mai e non saranno mai contenti di noi. Tu hai una vita, esci, vedi gli amici, c'è chi non ha neanche questo e deve sopportare le stronzate dei propri genitori dalla mattina alla sera. Accontentati di quello che hai.

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    1. Di quello che faccio non mi lamento, so bene che c'è anche di peggio, ma mi stupisco sempre di questo loro comportamento e proprio non ce la faccio ad abituarmi.

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  2. Concordo con il commento di Sergio: i genitori sono sempre apprensivi... Bisogna iniziare a metter dei paletti (detto da uno che, a 36 anni, non è messo meglio di te...)

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    1. Credimi se ti dico che io di paletti ne ho messi anche troppi...ce ne sono alcuni che sono difficili sia da mettere che da togliere. Ci vorrà del tempo.

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  3. Penso che con tutta la calma e il tatto di cui disponi debba fare un discorsetto ai tuoi genitori sul tipo: "ho quasi 30 anni, se esco e prevedo di far tardi visto che abito con voi, telefono per avvertirvi, ma quanto prevedo o voglio fare tardi questo e affar mio, lo capisco che voi vi preoccupate, visto che se ne sentono tante di questi tempi, ma dovete anche capire che ormai sono adulto e non posso rendere conto di quello che faccio minuto per minuto".

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    1. Sembra facile. Io non mi arrendo ma a volte quando mi capitano ste telefonate mi cadono le braccia se penso che gente più giovane ha molti meno discorsi di me.

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    2. Si lo so ti capisco, pensa che se mia madre mi vede bere due dita di wiski o gin esclama "ma ti fa male" come se avessi tre anni, da una parte bisogna capirli, forse il fatto che viviamo ancora con loro li fa sentire ancora come se avessero i figli adolescenti.

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    3. Tutto cil non mi fa stare per nulla bene! Speriamo di andare via presto guarda!

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  4. beh la situazione è abbastanza pesante...sinceramente non so se riuscire i a resistere...il mio consiglio è quello di parlare ai tuoi con il cuore in mano...fagli capire il tuo disagio, vedrai che capiranno!!
    ps nuova follower, ti aspetto da me, baci

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    1. Io la speranza e la buona volontà ce la metto sempre e ne parliamo ogni volta che ci sono eventi di questo tipo ma poi è come premere il tasto reset. E ad un certo punto la speranza la perdo anche io...

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  5. Non dici nulla di nuovo. I miei da questo punto di vista non hanno mai rotto più di tanto, ovviamente, quando abitavo con loro, c'era un certo buon senso da parte di tutti. Certamente abitare da soli dà più libertà, senza dubbio.
    Se ti può consolare, mia madre,ormai ultra cinquantenne, sposata, io grande e maggiorenne, doveva ancora telefonare e rendere conto di un ritardo o di un giro in centro, a mia nonna. Forse è questo il motivo per cui a me non hanno mai rotto più di tanto. (brutti voti scolastici a parte).
    ti scrivo poi via mail

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    1. Ma chiedo tanto? Non mi pare. E non vorrei davvero arrivare ad avere 40 anni che ovunque sono mi tocca chiamare mamma per fargli il resoconto! Anche no! Cavolo se non inizio adesso quando inizio a vivere la mia vita?

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  6. beh io mi sono sposata, e quindi per forza di cose sono uscita, a 26 anni, di casa... certo, se dovessi dirti che sentivo forte il bisogno di farlo, mentirei clamorosamente... la verità è che a casetta, con mamma e papà stavo un gran bene... i miei migliori amici, due ometti, sono usciti a 35 anni passati l'uno, e a 38 l'altro... quindi c'è tempo e modo...

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    1. A casa coi miei sto bene e ammetto che a volte è bello poter tornare a casa la sera da lavoro e sapere che ci sono loro che ti aspettano per cena. Mi chiedo però come mai a volte si lasciano andare così. Capisco che si preoccupano ma a volte esagerano sul serio.
      Speriamo di uscire di casa non cosi tardi da non potermi godere nulla allora.

      Grazie mille della visita mi fa molto piacere.

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